Dalla Transilvania ai vigneti di Brunello: la storia del Paradiso di Cacuci

Dalla Transilvania ai vigneti di Brunello, dalla sanità in Romania al grande rosso d’Italia: è il percorso compiuto da Gogu Cacuci, medico ed imprenditore alla guida del gruppo Pelican, leader della sanità privata in Transilvania, che nel 2018 ha deciso di investire a Montalcino con l’acquisizione del Paradiso di Mauro Fastelli, 6,5 ettari di cui 5 iscritti a Brunello nella microzona di Montosoli. Da lì la scelta di mantenere “Paradiso” nel nuovo nome: Il Paradiso di Cacuci.

“A pensarci adesso mi sembra una decisione arrivata in modo naturale – racconta Cacuci – ma certamente diversi fattori sono entrati in gioco. In primis il mio DNA d’uomo d’affari, poi il fatto che sembrano esserci radici italiane nell’albero genealogico. Inoltre, nella zona da cui provengo c’è l’abitudine di lavorare la vite e ricordo sempre i periodi trascorsi con la famiglia in vigna”. Nel tempo, grazie al lavoro, Gogu Cacuci ha avuto modo di viaggiare molto e di conoscere culture enogastronomiche diverse. “In alcuni di questi viaggi mi sono innamorato dei vigneti e del vino di qualità, e l’emblema di tutto questo è la Toscana. L’opzione preferita era Montalcino per il suo vino celebre in tutto il mondo e per la calorosa accoglienza da parte dai membri del Consorzio del Brunello, che mi hanno fatto sentire parte della “famiglia” e della comunità. Penso che tutti questi siano i motivi principali che mi hanno portato qui. Era una visione, e ora questa visione è in un calice di Brunello”.

Aspettando il 2024, quando uscirà il Brunello della prima vendemmia da lui firmata, la 2019, Gogu Cacuci si è inserito in azienda in punta di piedi, nel pieno rispetto delle tradizioni del territorio, mantenendo in vigna e in cantina la filosofia della vecchia gestione. “Voglio preservare e rispettare la tradizione locale, continuando lo sviluppo dell’azienda con la stessa passione di Fastelli”, aggiunge Cacuci. Le novità riguardano soprattutto una modernizzazione nei metodi di gestione, nuove figure professionali come l’agronomo Roberto Lamorgese, l’enologo Andrea Mazzoni e l’amministratore delegato Marius Raulea e investimenti sia nella comunicazione e nel marketing che in cantina (dall’acquisto di botti nuove al rinnovamento dell’area di fermentazione) per puntare fortemente sulla qualità del vino. “La qualità è la parola d’ordine – continua l’imprenditore rumeno – abbiamo un team di professionisti ed appassionati, tutti del posto, che con ospitalità e calore ricevono i nostri visitatori. Siamo all’inizio ma i primi risultati già si vedono con gli ottimi riscontri del Brunello 2015, che ha ricevuto 93 punti da Kerin O’Keefe di Wine Enthusiast”.

La produzione annua è di circa 20-25.000 bottiglie di Brunello e 10.000 di Rosso di Montalcino, più un rosato e un Igt Toscana. È in allestimento anche un negozio sul sito web, dove i consumatori potranno acquistare il vino con un semplice click. La vendita diretta è già un punto di forza del Paradiso: vale oltre il 30% delle vendite, mentre il 50% è rivolto all’export. C’è da aspettarsi adesso anche una spinta verso il mercato rumeno? “I mercati dell’Europa orientale – risponde Cacuci – stanno iniziando a trovare una loro collocazione ben definita nel contesto economico globale. Abbiamo iniziato a lavorarci, per ora siamo in fase di test”. L’idea, poi, per lui che lavora nella sanità, è di creare una stretta collaborazione con il mondo medico. “Un vino rosso, ben fatto, riconosciuto per le sue qualità di antiossidante, sarà sicuramente apprezzato e promosso dai medici”, sorride mr Cacuci. Che con il suo investimento aggiunge una nuova bandierina nella terra del Brunello, dopo Usa, Argentina, Belgio, Brasile, Francia, Panama e non solo.