Ciak, si gira la bellezza: dal cinema al Brunello i sogni di Lionel Cousin diventano meravigliose realtà

Benvenuti in un paradiso chiamato Cupano. Parola non certo abusata quando si getta lo sguardo in questo incantevole fazzoletto di terra. Già perché qui troviamo il fiume Ombrone, un terreno perfetto e una vista impareggiabile con la natura che illumina gli occhi: un quadro sublime dove la bellezza dipinge la sua meraviglia. Un amore per Montalcino ma anche una filosofia francese che entra nel processo produttivo. Lionel Cousin, regista e direttore della fotografia oltre che “vigneron”, non dimentica la sua terra d’origine, la Francia, altra patria di grandissimi vini: non a caso ha creato un’azienda per certi versi unica, sicuramente dalla spiccata identità. Partendo dagli insegnamenti di Henri Jayer, Cupano ha disegnato i suoi tratti salienti: pochi ettari, vino fatto in vigna, zero fertilizzanti chimici e pesticidi, raccolti limitati, lieviti autoctoni. E una cura certosina delle uve. Ma tra i “maestri” bisogna citare anche François Bouchet per il biodinamico, Carlo Ferrini per la selezione della terra e per le viti, l’indimenticato Giulio Gambelli che con un semplice cenno dava il via all’imbottigliamento.

Messe le fondamenta non restava che crescere e Cupano lo ha fatto alla grande. Vini longevi che sono un tratto distintivo, massima sensibilità per la biodiversità (il tesoro di Montalcino), rispetto totale per la natura. Lionel Cousin e Ornella hanno preso la proprietà nel 1994. “Siamo partiti da una terra abbandonata – spiega – sin da subito abbiamo sposato il biologico. Il primo Brunello è del 2000 ma è con il successivo, il 2001, che ci siamo fatti conoscere. Adesso gli ettari a vigna sono quasi 7 ma ci fermeremo qui, non andremo oltre per salvaguardare la qualità. L’azienda conta in tutto 30 ettari di cui 15 di bosco che è fondamentale per mantenere un equilibrio biologico”. I numeri dell’ultima produzione parlano di 6.200 bottiglie di Brunello di Montalcino, 3.100 di Rosso e 4.800 di “Ombrone” (Sant’Antimo Doc), un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot che è anche un omaggio allo stile francese. Ma non mancano altri prodotti, sempre all’insegna della qualità, come il “Mutato”, vino liquoroso tutto da scoprire, l’Igt “Rosso Cupano” e il prelibato olio extra vergine d’oliva, ovviamente certificato biologico, un “oro verde” che nasce dagli 800 ulivi presenti in azienda.

La quota dell’export è il 70% della produzione di cui la maggior parte va in Europa, Stati Uniti e Giappone, anche se interessanti segnali stanno arrivando dalla Cina e Hong Kong. Una visita a Cupano è una vera e propria esperienza e presto il rinnovamento della cantina sarà completato: chi viene qui resta incantato perché sotto gli occhi si trova l’Ombrone, le colline e il Castello di Poggio alle Mura che è qui vicino. Una pura meraviglia. Lionel Cousin ha conosciuto Montalcino diversi anni fa, tra una pausa e l’altra di un film ha scelto questo posto come “buen retiro”. Le figlie si sono iscritte qui a scuola e, come spesso succede, quando di un luogo ci si innamora non lo si molla più. “Il Brunello è un’avventura, un miracolo con un’uva tipicamente italiana che in questa terra riesce ad esaltarsi”. Il cinema è la settima arte, il Brunello è il re del Sangiovese. Questi due mondi come si incontrano? “Con il sogno. Il cinema fa sognare davanti ad uno schermo, il vino lo fa in un calice”. Ciak, si gira la bellezza.