La famiglia Ripaccioli e un gioiellino chiamato Le Gode: il futuro è già oggi

Si dice che il tre sia il numero perfetto. Di sicuro la definizione calza bene a Le Gode, “gioiellino” che brilla nella parte nord della collina di Montalcino in un paradiso naturale. L’azienda è pronta ad accogliere al timone la terza generazione di una famiglia che ha nel proprio dna la passione e l’amore per il territorio. E che porta avanti, con scrupolosità e competenza, i valori e la bellezza del Brunello di Montalcino nel mondo. La storia de Le Gode è iniziata sessant’anni fa con l’acquisto dei terreni da parte di Ilano Ripaccioli. Lui ha messo le basi e dato vita ad un progetto concreto e solido che profuma di bellezza. Nel 1997 è subentrato alla guida de Le Gode Claudio Ripaccioli che ha dato un ulteriore sviluppo all’azienda che è cresciuta identificandosi sempre di più con il proprio territorio. La terza generazione adesso è pronta a fare il grande salto con Carlotta e Federico, cugini, che già stanno dando il loro prezioso contributo soprattutto nelle attività di marketing, distribuzione e comunicazione. Forze fresche aperte al mondo, come tutta la “nouvelle vague” del mondo produttivo del Brunello, che si uniscono all’esperienza di chi ha contribuito a fare di queste colline qualcosa di unico a livello mondiale. Un “mix” che ha tutti i requisiti per essere vincente e durare a lungo.

Oggi Le Gode conta 6,28 ettari di vigneto, tutti iscritti a Brunello, nel colle di Montosoli, area ad alta vocazione per i vini di qualità. La produzione si aggira sulle 30.000 bottiglie annue tra Rosso e Brunello di Montalcino. L’ultimo gioiello è il “cru” Vigna Montosoli 2015, “un Brunello – spiega Carlotta Ripaccioli – che racconta tre generazioni. Lo abbiamo prodotto per festeggiare la ventesima vendemmia. Viene realizzato utilizzando le uve che si trovano nella parcella più alta della nostra vigna più vecchia che è del 1997. Una vigna che segna il passaggio generazionale”. La quota export tocca l’85% e raggiunge oltre 20 Paesi con gli Stati Uniti in testa ma si segnala una forte e crescente attenzione da parte del mercato russo. Un lavoro di “squadra” affiatato con Claudio in vigna, Giuseppe Gorelli ad occuparsi della cantina, Massimo Achilli è l’agronomo. Carlotta e Federico sono i “multitasking” dell’azienda.

“La cantina è stata costruita nel 2006 – continua Carlotta Ripaccioli – i prossimi progetti riguardano la vinificazione, l’invecchiamento e una nuova sala degustazioni. Abbiamo un paesaggio bellissimo da cui si può vedere anche Siena e vogliamo valorizzare questa fortuna per i nostri visitatori. Un punto di forza che ci identifica? Siamo a Montosoli, una zona pregiata e bellissima, uno dei posti migliori di Montalcino: quindi direi il territorio”. Le Gode hanno anche un bel feeling con la natura, i terreni sono circondati dal bosco e non mancano gli oliveti. Il cuore dell’azienda è “green”. “La vendemmia 2019 è la prima certificata bio e nel 2016 avremo un Brunello con una espressione decisamente elegante e amabile”. Il futuro è già oggi.