L’amore per la natura, la biodinamica, il concetto di fattoria: la storia di Piombaia

Per un’azienda nata da un matrimonio il filo conduttore non poteva che essere l’amore. Amore verso le persone, verso gli animali, verso il territorio e la natura. Attraverso pratiche sostenibili, principi dell’agricoltura biodinamica e sistemi innovativi come il “Working Horse”, un progetto di lavoro in vigna con i cavalli. La storia di Piombaia, realtà a sud-est di Montalcino, in una delle zone più alte del territorio, nasce nel 1947 con l’unione di due famiglie: i Cantini, originari di Pisa, e i Rossi, originari di Montalcino. Vittorio Cantini sposa Lida Rossi e investe i suoi risparmi dove in pochissimi, a quel tempo, scorgono delle potenzialità. Acquista dei terreni a Montalcino e pianta le prime vigne a metà degli anni Sessanta, anche se non fa in tempo a vederne i frutti. La “V” dello stemma di Piombaia è dedicata a lui.

Ci pensa Roberto, il figlio di Lida e Vittorio, a fare il successivo salto di qualità lanciando Piombaia in un’ottica imprenditoriale di stampo moderno, fino alla definitiva consacrazione con la terza generazione composta dai figli di Roberto, Francesco, Cecilia e Vittorio. “La prima bottiglia di Brunello è arrivata nel 1991 – racconta Francesco Cantini – quattro anni dopo abbiamo aperto l’agriturismo, nel 1998 ho iniziato a studiare agraria e dieci anni dopo sono entrato come direttore tecnico, convertendo l’azienda prima in biologico e poi, dall’anno successivo, in biodinamico”.

I terreni di Piombaia si estendono per 210 ettari, 12 dei quali vitati (4,5 a Brunello). La produzione annua è di circa 35.000 bottiglie, 10.000 delle quali di Brunello. Vengono prodotti anche il Rosso di Montalcino, un rosato, un Merlot in Purezza, un Igt Toscana e il “Succo di Piombaia”, un vino semplice di annata “senza solfiti e altri troiai aggiunti”, recita l’etichetta. Altri due ettari sono dedicati agli oliveti, 70 sono di seminativi, la maggior parte di bosco (“una risorsa preziosa perchè protegge i vigneti”, spiega Francesco). Ci sono anche due ettari di orticole: cipolle, insalata, pomodori, zucchine, bietole, spinaci, melanzane, fagiolini e tanti altri ortaggi esenti da sostanze chimiche che vengono venduti a ristoranti e agriturismi della zona e anche a semplici privati, che possono scegliere e cogliere i prodotti direttamente dall’orto. Piombaia ha puntato sin dagli anni Novanta sull’enoturismo con un ristorante e l’agroturismo La Crocina. “Siamo stati tra i primi a prendere questa strada”, sottolinea Francesco Cantini. Ad occuparsene è suo fratello Vittorio, mentre Cecilia è responsabile dell’accoglienza.

Francesco invece ha preso in mano la parte della produzione vitivinicola, convertendo tutti i terreni di Piombaia alla coltivazione biodinamica. “È più semplice di quanto si pensi. Gli interventi in cantina sono praticamente azzerati, ci limitiamo alla cura, all’attenzione e alla pulizia, senza fare uso di tecnologia, nemmeno la temperatura controllata. Come i contadini di una volta, ma con la conoscenza di un enologo. C’è grande lavoro in vigna, un’attenzione assoluta partendo dalla cura del terreno, per vitalizzarlo a livello di microrganismi. La vite, che cresce esente dalla chimica, reagisce in maniera migliore. È più forte verso le malattie e subisce meno stress, mentre l’uva è più equilibrata e saporita”. Una filosofia di vita, la pratica biodinamica, in armonia con la natura, la terra e gli uomini e in accordo con i cicli cosmici e lunari.

Tutta Montalcino, secondo Francesco, sta dimostrando progressi in questo senso. “Rispetto a dieci anni fa, quando anche solo il sovescio era visto come qualcosa fuori dal normale, sono stati fatti grossi miglioramenti. Un po’ per moda, un po’ per il cambiamento climatico, un po’ per una consapevolezza maggiore. Molte aziende convenzionali hanno degli agronomi che stanno lavorando in questa direzione e oggi devo dire che siamo a un buon livello. Aiuta anche il fatto di essere in una zona di altissima qualità”.

Fondamentale, in tutto ciò, è l’allevamento di bestiame. Gli animali forniscono un prezioso fertilizzante per incrementare la vitalità del terreno. E qui Francesco Cantini spiega un progetto inedito: si chiama “Working Horse Montalcino”, ed è portato avanti assieme ad altre due aziende, Villa I Cipressi e L’Aietta. “Consiste nel lavorare la vigna con i cavalli. In questi giorni stiamo facendo le prove, già a settembre pensiamo di utilizzarli per la vendemmia e qualche lavorazione come la trinciatura dell’erba in sostituzione del trattore, che è più pesante. Da marzo ho tenuto i cavalli chiusi nei vigneti: mantengono l’erba bassa e contemporaneamente concimano”. Un progetto che si inserisce all’interno del vero obiettivo di Francesco Cantini. “Abbiamo preso delle oche e delle anatre, c’è l’intenzione di riprendere a coltivare il grano e di sfruttare il bosco. Il Brunello è chiaramente il business core, ma intorno vorrei creare una realtà vicina al concetto di fattoria, diversificando il più possibile la produzione”.