Ovunque ti giri trovi un paradiso: Belpoggio, il Brunello e il gioiello della famiglia Martellozzo

Per chi considera la bellezza una ragione di vita non è possibile accontentarsi. Già, perché c’è sempre una nuova sfida dietro l’angolo, un nuovo amore pronto a sbocciare, un paradiso da coccolare e da far crescere per trasformare un diamante grezzo in una pepita luccicante. Belpoggio è una realtà giovane ma con una famiglia  alle spalle che è una garanzia nel mondo del vino e che conosce alla perfezione come rispettare i frutti della terra e della natura. La tenuta fu acquistata nel 2005 da Enrico Martellozzo che fu spinto dalla moglie Renata Rami, grande appassionata dei tesori della Toscana. Martellozzo è il numero 1 di Bellussi – azienda di punta a Valdobbiadene, la capitale del Prosecco – e con l’acquisizione della proprietà a Montalcino ha centrato subito un primo grande (ed affascinante) obiettivo: “con la storica cantina in Veneto e questa a Montalcino produciamo in due zone collinari patrimonio Unesco e ciò ci fa particolarmente piacere – dice Enrico Martellozzo – la nostra famiglia è una realtà produttiva storica del Prosecco di Valdobbiadene ma volevamo anche avvicinarci al mondo dei vini rossi, un’idea già maturata da mio papà. Fatta la scelta non potevamo non venire in Toscana”.

Belpoggio conta circa dieci ettari complessivi, poco meno della metà sono vitati. La maggior parte dei vigneti si trova nella zona di Castelnuovo dell’Abate e godono di un’esposizione perfetta: l’azienda ha un feeling particolare con la natura e ha costruito in poco tempo una realtà che si inserisce alla perfezione in un panorama da favola dove si possono ammirare la Valdorcia e il Monte Amiata, senza dimenticare che la meravigliosa Abbazia di Sant’Antimo si trova lì, a pochi passi dal cuore di Belpoggio. “Quando siamo arrivati – ricorda Martellozzo – c’era solo un casale. Abbiamo rimesso tutto in sesto a cominciare dalla vigna, poi ci siamo dedicati alla costruzione della cantina, per cui c’era un progetto già approvato, e attrezzato il podere. A quel punto abbiamo pensato all’abbellimento e alla ristrutturazione del casale che conta i sei camere che, per adesso, sono riservate ad uso privato ma che non escludiamo in futuro possano diventare un B&B. Tra l’altro, recentemente, abbiamo realizzato anche la piscina”.

La produzione comprende circa 16.000 bottiglie di Brunello di Montalcino e 10.000 di Rosso di Montalcino ma l’azienda realizza anche un Igt con ciliegiolo in purezza. L’export abbraccia due terzi della produzione, oltre la metà del vino finisce negli States. Belpoggio ha anche un antico e pregiato uliveto e delle zone boschive, il verde è di un colore brillante e i vigneti sembrano giardini: sì, anche qui la biodiversità è di casa.

Le tappe sono state bruciate velocemente e la tenuta è diventata in breve tempo una delle realtà più interessanti del panorama produttivo di Montalcino. Investimenti, esperienza, passione e un colpo di fulmine che si è subito trasformato in amore per queste terre hanno fatto la differenza. “Abbiamo dovuto inventarci un nome, il packaging delle bottiglie, i prodotti. All’inizio Belpoggio ha avuto bisogno di Belussi ma adesso si è ritagliata una bella considerazione: il Brunello a livello di immagine fa sublimare tutti i nostri prodotti. Finire a Montalcino è stato un caso ma si è dimostrata una scelta efficace, abbiamo un’esposizione dei nostri vigneti pregiata. Per il futuro – conclude Martellozzo – vogliamo espanderci mettendo dentro qualche ettaro in più ma senza fare follie e, soprattutto, completare il percorso di valorizzazione del marchio. Con Montalcino è stato amore fin dalla prima volta, qui veniamo molto volentieri e cerchiamo di starci il più possibile”.