L’importanza della tradizione, la forza delle idee: benvenuti a Le Chiuse, la storia del Brunello passa da qui

Il blasone della storia, la voglia di sperimentare per continuare ad alzare l’asticella della qualità e il valore della famiglia come punto di partenza e ponte per il futuro. A Le Chiuse le tessere del mosaico si incastrano alla perfezione, un mix perfetto tra tradizione e modernità che fanno dell’azienda una realtà importante e dalla personalità accentuata. La storia dicevamo perché le origini qui risalgono al 1700 e c’è sempre stata la consapevolezza, oggettiva, di trovarsi di fronte ad una delle zone più rinomate di Montalcino. Non è un caso che la famiglia Biondi Santi in questi terreni fece nascere la propria Riserva di Brunello, vino diventato un “must” a livello internazionale. Oggi alla guida dell’azienda c’è Simonetta Valiani, nipote di Tancredi Biondi Santi, insieme al marito Nicolò Magnelli ed al figlio Lorenzo.

La storia de Le Chiuse è antica ma ha sempre avuto lo stesso filo conduttore, l’amore per la terra. Tancredi Biondi Santi, figlio di Ferruccio, lasciò in eredità Le Chiuse ed altri due poderi a sua figlia Fiorella ma ad una condizione: l’azienda non doveva mai essere venduta perché proprio lì “nasceva il famoso Brunello per le Riserve”. Da quel momento Fiorella ha sempre dato in affitto i poderi a suo fratello, Franco Biondi Santi, che ha coltivato le vigne e vinificato le uve fino al 1990. Alla morte di Fiorella, nel 1986, sua figlia Simonetta Valiani, che ha ereditato dal nonno Tancredi l’amore per questa terra e la passione per il vino, ha iniziato a produrre per conto proprio il Brunello de Le Chiuse.
Inizia così un nuovo capitolo, frutto di lavoro e sacrifici ma anche di importanti risultati: la famiglia ha restaurato la fattoria, la cappella, costruito una cantina sotterranea ed impiantato nuovi vigneti. Investimenti che sono sempre andati di pari passo alle idee perché il mondo del vino richiede anche evoluzione.

Le Chiuse si trovano nel versante nord/nord-est della collina di Montalcino, l’azienda conta 18 ettari complessivi di cui 8 vitati (di questi 6,6 iscritti a Brunello), il resto è a bosco e ad uliveto. La produzione si attesta sulle 30.000/35.000 bottiglie, circa la metà è di Brunello di Montalcino. Nelle annate migliori viene prodotta la Riserva di dieci anni (una scelta che è un caso unico e su cui l’azienda ha creduto fortemente) e in quelle più fredde circa 2.000 bottiglie. L’export va per la maggiore, c’è un “feeling” particolare con il mercato asiatico mentre la quota per il territorio italiano è intorno al 15-20%. “Puntiamo a fare rese molto basse – spiega Lorenzo Magnelli – qual è la nostra filosofia? Io credo che non c’è altra via che quella della tradizione e della classicità. Il lavoro in vigna è fondamentale così come il rispetto del prodotto in cantina”.

L’accoglienza è un altro punto di forza de Le Chiuse grazie all’agriturismo ricavato da un edificio risalente al 1840 e ristrutturato alla fine degli anni ’90. La struttura si trova sulle pendici della collina ed è immersa nelle vigne della tenuta da cui si può godere di un panorama affascinante. Lorenzo Magnelli, altro esponente della nuova generazione dei produttori di Brunello, è un giovane curioso a cui le sfide non hanno mai fatto paura. Ha studiato nella Napa Valley, territorio enoico tra i più importanti al mondo, lavorando per il grande regista Francis Ford Coppola, “anche se non ho mai avuto il piacere di conoscerlo!”. Esperienze che aiutano a crescere e che sono una ricchezza nel momento del ritorno a casa perché il paradiso di Lorenzo è qui, in questa terra dove passato, presente e futuro brillano di una luce più viva che mai.