La cantina verticale di Argiano, un tributo alla storia del Brunello

Dal Brunello di Montalcino Riserva 1965 de Il Poggione al Brunello di Montalcino 1968 di Col d’Orcia, dal Brunello di Montalcino 1999 di Valdicava alla prima annata di Brunello di Montalcino Poggio alle Mura di Castello Banfi del 1975 e al Brunello di Montalcino Poggio all’Oro 1986 sempre di Castello Banfi. Sono soltanto alcune delle pregiate etichette di Brunello riunite ad Argiano, storica azienda di Montalcino passata nel corso dei secoli a varie famiglie nobiliari – nell’Ottocento giunse a Ersilia Cateani Lovatelli, che promosse il suo vino nei migliori salotti culturali dell’epoca. Celebre ciò che declamò il sommo poeta Carducci con il verso “nella quale asprezza mi tersi col vin d’Argiano, il quale è molto buono” – e adesso di proprietà dell’imprenditore brasiliano André Esteves, che ha trasformato un antico pozzo in una suggestiva cantina verticale con scala a chiocciola che “affonda” nella storia del Brunello. “Abbiamo richiesto alle aziende fondatrici del Consorzio del Brunello e a quelle che erano attive all’epoca (1967) di poter acquistare delle bottiglie di annate importanti”, spiega il Ceo di Argiano Bernardino Sani. Un’iniziativa che ha già messo in fila diverse griffe, da Col d’Orcia a Banfi, da Il Poggione a Valdicava, e che coinvolgerà una trentina tra le più storiche cantine di Montalcino, come Biondi Santi, dove è nato il Brunello.

La cantina è già visitabile e si trova all’interno della villa Bell’Aria, adesso interamente ristrutturata, costruita tra il 1580 e il 1596 durante la proprietà della nobile famiglia senese dei Pecci, che l’aveva acquistata dai Tolomei. Il nome fu scelto quando i Pecci decisero di costruirla in cima alla collina, lasciando il nucleo originario del castello proprio a causa della qualità dell’aria. La villa, dove sarà allestito un museo d’arte di Montalcino, allo stesso piano della cantina verticale ospita anche le vecchie annate di Argiano, la collezione privata di André Esteves composta da vini di denominazioni come Bordeaux e Borgogna e una nicchia dedicata al grande enologo Giacomo Tachis, che contiene tutti i grandi Supertuscan da lui ideati, dal Tignanello al Solaia, dal Sassicaia al Solengo, creato nel 1995 proprio ad Argiano, dove è stato consulente per diversi anni dando nuovo impulso a questa splendida tenuta di Montalcino, prima azienda “plastic free” del territorio. Dal 2019 infatti sono state eliminate tutte le plastiche monouso ispirandosi al modello circolare, un approccio che parte dalla raccolta differenziata e segue la regola del ritorno, ovvero il riutilizzo degli scarti aziendali come raspi e sarmenti, e sostiene le 4 R per l’ambiente: riduci, recupera, ricicla, riusa. Argiano pratica inoltre un’agricoltura organica e rigenerativa, coltiva le arnie accanto ai vigneti e porta avanti i progetti di micorrize e microzonazione.