Dall’etimologia di Montalcino alla fermentazione naturale del Brunello: la storia di Poggio Lucina

Il nome di Poggio Lucina, giovane e vivace cantina di Brunello, prende ispirazione dall’etimologia della città. Secondo la prima versione, Montalcino trarrebbe il nome dal latino “Mons Ilcinus”, ovvero “monte dei lecci”, pianta molto diffusa nella zona e rappresentata anche nello stemma della città. Ma c’è un’altra ipotesi, meno conosciuta, che fa derivare Montalcino da Mons Lucinus, dal latino “lucus” (“bosco sacro” o “piccolo bosco”) o in onore della dea Lucina, dea del parto e protettrice delle donne nel lavoro. Ad avere l’idea è stata proprio una donna, Evelise Di Donato, seconda generazione della famiglia Di Donato che nel 2002 acquistò il podere La Pescaia, 7 ettari vitati (dei quali 4 a Brunello e 3 a Rosso di Montalcino) dislocati su quattro appezzamenti diversi, tre sul versante Nord, dove c’è la cantina, e uno sul versante Sud-Est, lungo la strada verso Castelnuovo dell’Abate. Per un decennio il nome resta La Pescaia, poi, nel 2013, la scelta del nuovo appellativo. “La volontà era di dare un taglio col passato e segnare un passaggio generazionale – racconta Evelise – cercavo un nome legato a Montalcino e spulciando nella storia locale ho scoperto la versione di Monte della dea Lucina, una divinità romana di origini etrusche protettrice delle donne nel parto e nel lavoro in generale. Colei che dà la luce, colei che dà la vita. Mi è piaciuta, ho pensato che potesse essere di buon auspicio”.

Il Brunello 2013 è stato il primo del nuovo brand Poggio Lucina, a segnare un nuovo corso che ha poi portato a vinificare le uve in maniera separata, per valorizzare al meglio la microterritorialità di ogni singolo vigneto, e a sposare la fermentazione naturale, utilizzando soltanto lieviti indigeni. “Inoltre riduciamo al minimo i residui dei sistemici, un metodo che è proprio del biologico. Ancora non abbiamo scelto la strada della conversione al bio ma probabilmente la faremo in futuro”, sottolinea Evelise, che si occupa di seguire l’iter dal grappolo alla commercializzazione del vino, mentre suo padre Aniceto pensa alle vigne con il prezioso aiuto dello zio Enzo. In totale ogni anno vengono prodotte 25.000 bottiglie di Brunello e 18.000 di Rosso di Montalcino, più l’olio di oliva (ci sono 1,5 ettari di oliveti). Il Rosso di Montalcino esce con un anno di ritardo (3 invece che 2) per via dell’affinamento più lungo in legno, dai 16 ai 18 mesi. “Non è obbligatorio dal disciplinare ma per noi il Rosso è molto importante – commenta Di Donato – è più semplice da apprezzare, è in una fascia di prezzo che ti consente di raggiungere una clientela più vasta, anche più giovane. Paradossalmente può far da apripista al Brunello”. 

Poggio Lucina non produce al momento un Brunello Riserva, ma l’idea è di farla a partire dall’annata 2018, prodotta con i nuovi metodi applicati da Evelise. Altri progetti futuri: cercare di integrare al meglio la conduzione delle vigne con il discorso delle fermentazioni naturali e terminare i lavori della sala degustazione per potenziare la vendita diretta, funzionale vista la posizione strategica della cantina, vicinissima alla strada provinciale del Brunello che da Buonconvento sale fino a Montalcino.