Brunello, il vino di una vita

Il Brunello “non ha l’età”, è il vino di una vita: rosso “maturo” per il traguardo dei 18 anni e l’ingresso nel mondo della maturità, da stappare alla laurea dopo i cinque anni “canonici” di studi all’Università e di invecchiamento in cantina, una “certezza” come quella che si raggiunge a 35 anni, “rassicurante” alla soglia dei 50 anni perché affina e migliora con l’età, “peccato” non commesso da concedersi quando si ripercorre la vita ad 80 anni, “eccezione” nel mondo del vino capace di arrivare imperturbabile alla stessa età di chi straordinariamente compie 100 anni. Ecco il Brunello di Montalcino visto dalla MontalcinoNews, tra i pochi vini al mondo che c’è sempre, compagno di una vita per gli eno-appassionati, grazie a quella grande capacità di viaggiare nel tempo che lo rende unico.

Che il proprio vino preferito possa suggellare le tappe di tutta una vita, è il sogno di ogni eno-appassionato. E il fascino e l’unicità del Brunello di Montalcino stanno soprattutto nelle sue tappe di invecchiamento – almeno due anni in botte di legno e almeno quattro mesi di affinamento in bottiglia, che diventano sei per la Riserva – quando il vino matura, assorbendo lentamente ulteriori aromi e profumi grazie al contatto con il legno delle botti in cui risposa.

Uno simboli nel mondo del vino per equilibrio e maturità. Pronto per essere stappato magari proprio a 18 anni (prima meglio evitare …), il traguardo più atteso, sognato e unico, da festeggiare come si deve con un vino che rispecchia appieno la maggiore età. Ma speciale è anche il brindisi per il raggiungimento della laurea all’Università: tanto agognata dopo gli anni di studi, cinque in teoria, tanti quanti il Brunello riposa ed invecchia prima di essere messo in commercio (il 1 di gennaio del quinto anno dopo la vendemmia). E se per i neo dottori inizia l’avventura nel mondo del lavoro, per il celebre rosso arriva il momento del suo ingresso nei mercati del mondo.

A 35 anni si è in cerca di certezze, e il Brunello, nel suo campo, lo è: amato e conosciuto in tutto il mondo, prodotto solo a Montalcino, terroir vocato che permette costanza qualitativa, dal vitigno simbolo della Toscana, noto per le sue caratteristiche di longevità, e che, di tutto questo, lascia traccia nel bicchiere. E allora perché non andare sul sicuro con grandi annate come la ’97 o la ’99, la 2001, la 2004 o la 2006, tanto per citare, tra le più importanti, quelle più recenti, visto che si è comunque ancora giovani? Come ci si sente sempre anche a 50 anni. Quando si vedono le cose in una giusta prospettiva, e un calice di Brunello tra le mani “rassicura” con la sua capacità di migliorare con il tempo ed affinare col passare degli anni.

Ma il celebre rosso è anche il compagno perfetto per ripercorre una vita ad 80 anni, tempo di bilanci e pentimenti, per i peccati non commessi, ma che ci si possono ancora concedere chiudendo un occhio sui vizi: uno su tutti, si beve di meno, ma si sceglie il meglio. E se si arriva a 100 anni? Nell’eccezione, si va alla ricerca di un vino della stessa età. E con il Brunello è possibile trovarlo: un pezzo di storia davanti al quale è come se il tempo si fosse fermato, imperturbabile di fronte ai secoli. E alla fine poi, la regola è: non facciamoci prendere dallo sconforto dell’età, beviamoci su (bene e con moderazione …).

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