“L’uomo che sapeva ascoltare il vino”, il libro che racconta Giulio Gambelli

Giulio Gambelli, detto “Bicchierino”, è stato personaggio unico nel mondo del vino toscano. Pur non avendo mai frequentato scuole enologiche o altro, il mestiere lo ha imparato sul campo all’Enopolio di Poggibonsi, avendo per maestro il più importante enologo della prima metà del Novecento, Tancredi Biondi Santi, l’artefice del Brunello di Montalcino Riserva 1955 della Tenuta Greppo. Con lui ha lavorato in molte parti d’Italia e in tante diverse realtà vinicole. La storia di Gambelli, considerato uno dei più grandi interpreti delle uve e del territorio toscano, è oggi raccontata nel libro “L’uomo che sapeva ascoltare il vino”, firmato da Carlo Macchi, poggibonsese come lui e suo grande amico.
Il cuore della sua attività è sempre stata la Toscana e soprattutto il sangiovese, di cui è stato uno dei massimi esperti. Lui, sin dal 1970, era stato incaricato dal Consorzio del Brunello di andare in tutte le cantine delle aziende associate, spesso sprovviste del conforto di un tecnico, per assaggiare il vino e dare consigli, con linguaggio semplice e chiaro, ai “brunellisti di prima generazione”, quasi sempre ex mezzadri, sicuramente più bravi a coltivare l’uva che non a vinificarla. Un compito che ha successivamente svolto anche per il Consorzio del Chianti Classico e per il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano.
Nel corso della sua vita ha ricevuto numerosi riconoscimenti: dal premio alla carriera nel 1996, al premio Leccio d’Oro nel 2004 da parte del Consorzio del Brunello, dal premio alla carriera del Comune di Poggibonsi nel 2005 al Premio Luigi Veronelli nel 2006.