40 anni di Docg e il Brunello che arrivò prima di tutti. Il ricordo di Enzo Tiezzi

Il Brunello di Montalcino nel corso della sua storia ha centrato tanti traguardi vedendo, prima di tutti, sviluppi e prospettive che poi hanno fatto scuola. Un esempio? Andando un po’ indietro nel tempo è doveroso fermarsi al 1980 dove si è verificato un passaggio storico: l’ottenimento della prima Docg d’Italia. Dopo anni di lavoro e di speranze, Montalcino ce la fece e da quel momento è partita un’altra storia di successo. A ricordare quegli anni è il Presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino dell’epoca, Enzo Tiezzi, agronomo-enologo e fondatore dell’azienda che porta il suo nome. “Ho vissuto tutti i passaggi, è stata una cosa importantissima per il nostro territorio. A Montalcino siamo stati dei pionieri e il passaggio alla Docg per il Brunello facilitò anche l’arrivo della Doc per il Rosso di Montalcino. Ho dei bei ricordi anche se fu una battaglia: andavamo al Ministero e le cose non si risolvevano. Il percorso iniziò nel 1972 e soltanto otto anni dopo arrivò il riconoscimento. Quanti viaggi abbiamo fatto con Primo Pacenti! E pensare che le prime fascette le facevamo da noi e poi venivano stampate dalla Camera di Commercio…”. Quegli anni sono stati una pagina gloriosa per il Brunello di Montalcino perché da lì si sono gettate delle basi per un futuro importante. “Sono convinto che la Docg abbia dato una svolta incredibile – continua Tiezzi – ricordo che facemmo un convegno a Barolo per definire come dovevano essere fatti i controlli. Senza volerlo siamo stati il capostipite di un certo modo di lavorare anticipando i tempi. Da noi è partito un metodo che è stato un esempio per tutti: sì è stata, se vogliamo, una rivoluzione”. Tiezzi era all’epoca un giovane pieno di idee e di buona volontà. Ma anche di tenacia e combattività, la storia della Docg per il Brunello, la prima in Italia, ne è una dimostrazione. Oggi abbiamo una nuova generazione di vignaioli, una “nouvelle vague” con le idee chiare e lo sguardo aperto sul futuro, i volti nuovi di famiglie che da anni presidiano e fanno crescere uno dei territori del vino più importanti del mondo. “E quello spirito che avevamo noi lo abbiamo trasferito ai più giovani – conclude Tiezzi – Montalcino è ancora oggi una grande isola felice e il Brunello prosegue con successo la sua storia”.