La forza delle donne anche nel Brunello di Montalcino

La forza delle donne. Già perché il segreto del successo internazionale del Brunello va ricercato anche nelle “quote rosa” che a Montalcino danno un grande contributo allo sviluppo di una delle eccellenze simbolo del Made in Italy. Il vino d’altronde è un prodotto “democratico” perché quello che conta, alla fine, è che sia buono e in grado di rispettare i valori della terra e la storia del luogo di nascita. Valori portati avanti da Tenute Fanti, azienda storica di Montalcino e che con la sesta generazione al timone continua nella sua missione incentrata sulla sostenibilità, tutela delle origini e amore per la natura. Se poi il motore di tutta questa bellezza ha un “savoir-faire” femminile non è altro che un’ulteriore conferma dell’universalità del vino. Lo sa bene Elisa Fanti, unica donna nel Cda del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, che guida un’azienda tra le più dinamiche e prestigiose e dove le donne sono in prevalenza. “Oltre il 50% del personale della nostra azienda è femminile – spiega Elisa Fanti – e un altro aspetto da sottolineare è la giovane età che va dai 23 ai 40 anni. Cosa riescono a dare in più le donne? Noto che la determinazione è forte, da noi c’è una forte coesione per raggiungere l’obiettivo e siamo in sintonia. C’è un approccio particolare nella gestione di piccole o grandi cose, sono molto soddisfatta. Ma non dimentico che ci sono dei ruoli in cui la componente maschile è fondamentale”. Da sempre Tenute Fanti, 300 ettari lungo le colline che da Montalcino scendono verso Castelnuovo dell’Abate, ha scelto un approccio orientato all’ecosostenibilità. Elisa è agronoma e sa bene come trattare la terra. “Dal 2011 siamo certificati Agriqualità, non usiamo diserbanti e concimi chimici, questa è la nostra filosofia aziendale e continueremo a portarla avanti anche in futuro. Stiamo valutando sul biologico, siamo interessati, di certo c’è che l’ecosostenibilità fa parte del nostro dna”. Ma anche la biodiversità, un altro dei segreti vincenti di Montalcino che grazie ad una terra baciata da un clima ideale e da mani che agiscono con sapienza e rispetto ha pochi eguali al mondo. A fare compagnia ai 54 ettari di vigneti di Tenute Fanti ci sono uliveti che danno vita al famoso “oro verde” di Montalcino. “Abbiamo 500 piante in grado di produrre circa 80 quintali di olio, un prodotto di valore a cui teniamo molto”, sottolinea Elisa Fanti che ha sempre in mente gli insegnamenti del babbo Filippo – che è stato presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino per nove anni – con cui si confronta ogni giorno. Le nuove generazioni hanno le idee chiare e sono pronte a scrivere altre pagine di storia proprio come hanno fatto i genitori (e prima i nonni) in passato. “Sono cresciuta insieme al babbo – conclude Elisa Fanti – mi ha portato in giro ovunque e da lui ho imparato i segreti del mestiere. La sua filosofia è diventata la mia e anche oggi, nel lavoro di tutti i giorni, i suoi occhi vedono cose che noi non riusciamo a vedere. Sì, gli devo tantissimo”. Era il 1980 quando uscì il primo Brunello di Montalcino firmato Tenute Fanti, lo stesso anno è nata Elisa e il Brunello conquistò la Docg. Segni del destino che diventano storie di successo.