Passione, un cuore biologico e un amore infinito per Montalcino: alla scoperta de Il Colle di Caterina Carli

Succede spesso così quando incontri Montalcino. La guardi, giri la testa e non sai su quale bellezza soffermarti. Questione di attimi, poi il colpo di fulmine scatta e hai già deciso che sì, quello è il tuo posto. L’azienda agricola Il Colle è nata così, come una bellissima storia di amore che dopo quasi 40 anni continua ad emozionare e a regalare bellezza. Tutto parte da Alberto Carli, notaio senese che lavorava a Montalcino. Era il 1972 quando acquistò la casa medievale circondata da tre ettari di vigneto da cui, qualche anno dopo, avrebbe preso vita il prestigioso Brunello di Montalcino de Il Colle. Una proprietà che è diventata un gioiello, dove vigna e oliveto convivono in una meravigliosa armonia in questo fazzoletto di terra che brilla nella parte nord-est della collina di Montalcino.

La crescita è stata costante, il primo Brunello di Montalcino è del 1978; nel 1998 Alberto Carli acquistò altri 5 ettari nella zona di Castelnuovo dell’Abate (in località Podernovo dei Campi), un’operazione che permise sin da subito di incrementare la qualità: sia il Rosso che il Brunello sono infatti un blend delle uve dei due vigneti, il risultato è che l’azienda ha raggiunto un equilibrio perfetto tra eleganza e struttura. I progressi sono sempre stati affiancati da una filosofia rimasta intatta negli anni: i processi produttivi guardano alla tradizione con il grande amore per la natura che non è mai indietreggiato di un centimetro. Un insegnamento che Alberto ha lasciato in eredità alla figlia Caterina che dal 2001 è entrata in azienda. “Il vino si fa in vigna e non in cantina – spiega Caterina Carli – Giulio Gambelli quando lavorava con il babbo diceva sempre che in cantina va seguita soltanto la regola delle “tre p”: pulizia, pulizia e pulizia”.

C’è un altro aspetto che lega Caterina al babbo ed è l’amore per questo territorio che ti porta a fare delle scelte precise. Laureata in Economia, Caterina Carli ha capito che il suo mondo non era nei “numeri” ma nella campagna di Montalcino e precisamente a Il Colle. Oggi con la sua gentilezza e una sensibilità spiccata, guida l’azienda dividendosi tra ufficio e cantina. Basta parlarci pochi minuti per capire la sua passione e la competenza in un mondo comunque difficile e competitivo come quello del vino dove, per affermarsi, bisogna lavorare duramente giorno dopo giorno ed essere sempre pronti, con idee e progetti, ad affrontare il domani. Il Colle è una realtà importante e con Caterina è davvero in buone mani. Il futuro non potrà che essere ancora più roseo e interessante. La produzione è di circa 30.000 bottiglie annue, due terzi è di Brunello di Montalcino, il resto di Rosso. Ma c’è anche un Igt, si chiama “Come se” ed è 100% merlot.

L’export va per la maggiore (70%) con Usa e Giappone primi Paesi di riferimento ma cresce la quota dedicata al mercato italiano a cui viene data sempre più attenzione. La parte agronomica è seguita da Maurizio Castelli, Il Colle è certificato biologico e la biodiversità qui è di casa: nei quasi 20 ettari totali dell’azienda ci sono parti a bosco, seminativi e non mancano i bellissimi oliveti. “Nel 2019 è terminata la conversione al biologico – continua Carli – ma l’attenzione che abbiamo avuto per portare grappoli sani in cantina è sempre stata molto alta. Progetti per il futuro? Sono orgogliosa della nuova tinaia terminata nel 2018. In campagna poi i progetti non finiscono mai e continueremo a dare attenzione e ad investire nei vigneti”.

Le donne sono una risorsa per Montalcino e per il suo panorama produttivo. Crescono “le quote rosa” nel mondo del Brunello e l’universo femminile ha portato un ulteriore tocco vincente. Carli è una manager brillante ma conosce anche il lavoro della cantina e quello da fare in vigna, è una “tuttofare” instancabile e piena di risorse. “Mi fa piacere che ci siano tante donne – conclude – ma alla fine quello che conta, l’unica cosa, è la passione. Quando questa c’è possiamo fare davvero tutto. Ci sono delle attività che richiedono forza fisica, come quelle in vigna, e gli uomini sono fondamentali. L’importante è creare una squadra affiatata e che lavora in sintonia”. Missione compiuta Caterina.