Dal nulla al Brunello, lentamente: la storia di Podere San Giacomo

Non c’è niente di più bello che costruire dal nulla un’attività vitivinicola, assaporarne il lento sviluppo e condividerne i successi con la propria famiglia. È la storia di Podere San Giacomo, realtà sul versante nord-est di Montalcino nata nel 1993, anche se la prima bottiglia di Brunello arriva solamente dieci anni dopo. “Siamo cresciuti piano piano e siamo orgogliosi di non avere fatto il passo più lungo della gamba”, sottolinea Graziella Pieri, che insieme al marito Claudio Nardi si è lanciata in una nuova avventura nel complicato e meraviglioso mondo del vino, in punta di piedi, cercando un prodotto di alta qualità e rimanendo su modeste quantità di produzione. Da sei anni si è inserita anche la figlia Elena, che si occupa delle vendite. Un aiuto fondamentale è arrivato dal nonno Bruno, padre di Claudio, venuto a mancare nel novembre 2019. Il nome dell’azienda è anche un omaggio nei suoi confronti. “San Giacomo – spiega Graziella – è il nome di un podere adesso di proprietà di Banfi, dove ha abitato per cinquant’anni la famiglia di mio marito. C’è nato lui, suo padre e suo nonno. Quando si è dovuto decidere come chiamare l’azienda, per quanto mi ha aiutato mio suocero, non ho avuto dubbi”.

Graziella, nativa di Torrita di Siena, lavorava in altre aziende del territorio (ultima l’azienda Case Basse di Gianfranco Soldera), mentre Claudio, originario di Sant’Angelo Scalo, si occupava di riparazioni di macchinari agricoli. Insieme hanno creato Podere San Giacomo da zero. “Quando siamo arrivati non c’era niente – spiega Graziella – i primi vigneti sono stati impiantati nel 1997-98, gli ultimi nel 2001. Abbiamo inoltre costruito la cantina e la bottaia e stiamo completando l’area di stoccaggio”. Dai quattro ettari, tutti iscritti a Brunello, vengono ricavate circa 6.000 bottiglie di Brunello e 3.000 di Rosso di Montalcino, anche se l’intenzione è di allargare la produzione a 10-12.000 bottiglie. I mercati di riferimento sono Italia, Usa e Canada. “Il momento è critico, non c’è grande giro di turisti e il mercato per noi è fermo, ma siamo fiduciosi. Poi, passata l’attuale situazione, si potrà pensare nuovamente al futuro, a quando nostra figlia Elena prenderà il pieno controllo dell’azienda”. E siamo certi che la filosofia di Podere San Giacomo non cambierà minimamente: un passo alla volta, con amore e passione, rispettando i ritmi della natura.