Brunello, enoturismo e ristorazione di qualità: la storia di Vasco Sassetti

Come unire viticoltura, enoturismo e ristorazione di qualità per sfruttare al massimo le opportunità che Montalcino è in grado di offrire? Ne sa qualcosa l’azienda Vasco Sassetti, creata cinquant’anni fa da Vasco Sassetti, figlio dei proprietari dell’Osteria Bassomondo, storico ristorante a Castelnuovo dell’Abate che valorizza ricette culinarie tipiche della Toscana e di Montalcino (dalla scottiglia di cinghiale ai pinci e ai tortelli rigorosamente fatti a mano). Vasco ebbe l’intuizione di acquistare dei terreni con grande potenziale, per poi puntare sull’alta qualità, avvalersi di un enologo, ristrutturare i 4 ettari di vigneto esistenti e cercarne di nuovi. In tutto, oggi, sono 14, divisi tra Castelnuovo dell’Abate (zona sud-ovest) e Montalcino, località Fraschetta. 7 ettari sono vitati a Brunello (30.000 bottiglie annue), 5 a Rosso di Montalcino (10.000 bottiglie) e la restante parte a Igt Toscana. L’eredità di Vasco Sassetti è stata raccolta dai nipoti Massimo e Donatella Lanzini. Il primo si è dedicato in particolar modo all’azienda, la seconda al ristorante. E adesso sono pronti ad entrare i figli di Donatella, Michele e Maura Bartalucci, rispettivamente di 25 e 20 anni.  

Il primo Brunello di Vasco Sassetti è datato 1980 e il primo mercato dell’azienda, sorprendentemente, è stata la Germania. “Al ristorante Bassomondo, un giorno, entrò un signore tedesco e rimase colpito dal Brunello – racconta Massimo Lanzini – importò diverse bottiglie in Germania, che divenne il primo mercato straniero dell’azienda. Oggi le quote sono cambiate: Usa soprattutto, poi Europa, Giappone, Russia. L’export vale l’85%. Ma c’è movimento anche nella vendita diretta, grazie all’agriturismo Fraschetta, aperto quattro anni fa. Ad agosto abbiamo lavorato benissimo. Nel lockdown abbiamo sempre spedito i nostri vini, i ragazzi in vigna non si sono mai fermati. Adesso puntiamo a riprendere al 100%”.