Tre donne al comando e un solo obiettivo: produrre bellezza. Il mondo di Collosorbo tra Brunello, natura e amore per Montalcino

Loro stesse si sono presentate così: Lucia è la combattente, Laura l’allegria, Giovanna il rigore. Un’unica famiglia, tre personalità distinte, un solo obiettivo: produrre bellezza. E, visto che siamo a Montalcino, parlare di bellezza non vuol dire solo produrre grandi vini perché, allo stesso tempo, significa saper conservare e valorizzare un territorio trattandolo con amore e passione genuina. A Collosorbo c’è tutto questo, un’azienda con il 100% di quote rosa che ha una famiglia alle spalle dalla storia importante. Collosorbo è giovane e antico allo stesso tempo: la famiglia Ciacci è proprietaria di queste terre dal 1850 dedicandosi, sin dall’inizio, alla coltivazione di cereali, oliveti e vigneti. La prima bottiglia di Brunello è stata prodotta da Giuseppe Ciacci nel 1966, un anno importante perché è lo stesso in cui si è costituito il Consorzio di tutela e in cui è avvenuta la concessione della Doc. Il brand Collosorbo, però, nasce solo nel 1995 dalla divisione ereditaria della Tenuta di Sesta, azienda storica di Montalcino.

Da questo momento parte un’altra storia, sempre di successo, sempre sotto il segno della famiglia. Al timone troviamo Giovanna e le figlie Laura (enologa e alla parte tecnica-vinicola) e Lucia (agronoma e alla parte amministrativa-commerciale), un team snello con le idee chiare, visione ad ampio raggio e tanta competenza. Collosorbo si trova nella parte sud della collina di Montalcino, l’esposizione dei vigneti è a sud-ovest, la zona è tra le più pregiate per produrre vino. Dal 2019 l’azienda si è convertita al biologico ma la filosofia “green” ha sempre fatto parte del suo dna così come la costruzione di una identità precisa che parte dai vigneti ed arriva in cantina. “La personalizzazione attraversa tutti i processi – spiega Laura Sutera Sardo – le vigne sono divise in parcelle, tutto è personalizzato a seconda del terreno, del clone o della vigoria della pianta. Non c’è una vigna uguale all’altra, ci tengo molto ad abbinare l’aspetto innovativo con la tradizionalità. Uno dei pregi di Montalcino è che ha una grande varietà, personalizzare vuol dire valorizzare al meglio questa ricchezza”.

Collosorbo conta 135 ettari complessivi, quelli vitati sono 33 ben il triplo di quando l’azienda è nata 25 anni fa. Un’altra dimostrazione di come gli obiettivi siano stati raggiunti con velocità ma anche con grande attenzione. “Vogliamo tenere l’azienda così come è – spiega Laura – perché non deve cambiare la dimensione familiare, l’idea è quella di arrivare un giorno a 35 ettari vitati ma non andremo oltre a questa soglia”. La produzione si attesta intorno alle 150.000/160.000 bottiglie annue e si divide tra Brunello di Montalcino (50.000/60.000 bottiglie), Rosso di Montalcino (50.000 bottiglie) e due tipologie di Sant’Antimo. Ma non solo perché da tre anni viene prodotto anche il Super Tuscan “Lula” (50% Sangiovese e 50% Cabernet) che prende il nome dalle prime due sillabe di Lucia e Laura. Sono 3.333 bottiglie in tutto, numero curioso che deriva da una produzione di 25 quintali di uva.

Tra le eccellenze “Made in Montalcino” non poteva ovviamente mancare l’olio extravergine di oliva: Collosorbo accoglie 3.000 piante di olivo che coprono una superficie di 10 ettari. Tornando al vino, l’export tocca una quota del 75%, i primi paesi di riferimento sono Usa, Russia, Canada ed Europa con l’Austria che si prende una fetta importante nelle esportazioni destinate al Vecchio Continente.

Tra le particolarità che distinguono Collosorbo c’è un immenso amore per gli animali. Nella tenuta sono presenti 14 cavalli e un centro equestre che è una realtà a sé ma che comunque si integra perfettamente all’interno della proprietà. “Il vino e i cavalli sono la mia passione – continua Laura Sutera Sardo – pratico dressage, sono istruttrice di equitazione e accompagnatrice equestre. Oltre alle visite e alle degustazioni proponiamo passeggiate a cavallo all’interno dei vigneti, crediamo molto nell’equiturismo e i risultati al momento sono molto buoni. I turisti sono soddisfatti, è un’idea originale che ha trovato consenso”.

E il futuro? Tanti sono stati gli investimenti nel corso degli anni, ad iniziare dalla cantina dove “è previsto un ulteriore ampliamento che è già stato approvato. Per il prossimo anno contiamo di portarlo a termine. Se tre donne al comando possono coesistere? Beh (ride ndr) all’inizio non è stato affatto facile! Ma poi abbiamo trovato davvero un equilibrio efficace, ognuno ha il proprio spazio e soprattutto c’è una grande fiducia reciproca”. Manca una tessera finale per completare il puzzle della bellezza: Collosorbo custodisce una suggestiva cantina storica sottoterra. Circa venti anni fa, durante dei lavori di ristrutturazione, furono ritrovati dei cunicoli di epoca etrusca di grande pregio. “Rimanemmo sbalorditi”, ricorda Laura ancora oggi con un pizzico di stupore. Crediamo che però non sia stato un colpo di fortuna: la dea bendata ci ha visto benissimo…