A.Vi.To. Bindocci alla guida del Consorzio dei vini toscani

“Un progetto importante, che permetterà alle piccole realtà ancora poco conosciute di emergere grazie ai capisaldi della Toscana enoica. Un modo intelligente di fare sistema, di ottimizzare iniziative e finalizzare concretamente la promozione di un territorio ricco di sfaccettature come quello toscano. Sono fortemente convinto che sia una risorsa importante, la punta di diamante per un nuovo modo di comunicare denominazioni grandi e piccole ed il Brunello è chiamato a svolgere un essenziale ruolo come punto di riferimento e portavoce anche per le più piccole realtà”. Così Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, a pochi minuti dall’inizio della conferenza stampa, spiega alla MontalcinoNews, la nascita dell’associazione dei vini toscani (A.Vi.To.), di cui sarà il primo presidente (carica annuale come anche la sede dell’associazione, che seguirà il responsabile prescelto). “La nuova associazione rappresenta una grande sfida, è un progetto in cui crediamo molto ed essere chiamato a guidarlo è per me motivo di orgoglio. Siamo convinti possa recitare un ruolo chiave soprattutto nell’affrontare nuovi mercati. Pensiamo soprattutto alla Cina, dove a malapena conoscono la differenza tra vino “bianco” e “rosso” e dove presentarsi divisi a parlare di specificità di singoli territori equivale a sprecare risorse. L’altro punto che ritengo dovrà caratterizzare l’azione della nuova associazione sarà una forte spinta ai giovani e al ricambio generazionale in azienda. Non so ancora attraverso quali strumenti, ma dobbiamo dare spazio alle nuove generazioni. I giovani, a differenza di chi li ha preceduti, sono “nativi internazionali”, ovvero, hanno la giusta spinta ai mercati esteri. Proprio ciò che serve per dare un futuro ai nostri prodotti”.
Un “grande consorzio” al quale faranno riferimento 21 diversi organismi di tutela dei vini Doc e Docg (su un totale regionale di 28), secondo quanto indicato dal consorzio del Chianti classico Docg, il quale calcola che la nuova struttura rappresenterà oltre 5.100 imprese, una produzione annua di circa 200 milioni di bottiglie per un giro d’affari stimato di 1,1 miliardi di euro e realizzato per almeno il 70% all’estero.
Un banco di prova importante, per l’enologia toscana, che rappresenta un settore di primo piano per l’economia regionale, ed un segno che il cambiamento di mentalità e di filosofia, di ampliamento di prospettive e orizzonti, è iniziato, procede sulla “retta via” e non può che essere positivo per il Brunello e per tutte le denominazioni della Toscana.